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Verso il 2035: abbandono delle auto a combustibili fossili ed espansione della mobilità elettrica. Una sfida anche per i giuristi.20 February 2023

Il 14 febbraio 2023 il Parlamento Europeo ha stabilito la cessazione della produzione di auto a benzina e diesel a partire dal 2035: da questa data le auto immesse in commercio dovranno essere a zero emissioni di CO2.

Gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sono stati fissati al 55% per le autovetture e al 50% per i furgoni. È prevista un’esenzione totale per le aziende che producono meno di 1.000 nuovi veicoli l’anno.

La nuova normativa si inserisce nel pacchetto della Commissione Europea “Fit for 55%”, un insieme di proposte volte a rivedere ed aggiornare le normative UE con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, creando un quadro che dovrebbe essere in grado di:

  • garantire una transizione giusta e socialmente equa;
  • mantenere e rafforzare l’innovazione e la competitività dell’industria dell’UE assicurando nel contempo parità di condizioni rispetto agli operatori economici dei paesi terzi; e
  • sostenere la posizione leader dell’UE nella lotta globale contro i cambiamenti climatici.

Del Fit for 55% dovrebbe far parte anche il futuro Regolamento UE sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi, che abrogherà la Direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio (la c.d. Direttiva DAFI).

In questo contesto il settore della mobilità elettrica, già in forte crescita, vedrà certamente un’ulteriore importante espansione, anche grazie agli ingenti fondi che il PNRR destina allo sviluppo della rete di infrastrutture di ricarica.

Parlare di mobilità elettrica significa far riferimento al mercato dei veicoli elettrici, ma ancor prima a quello delle infrastrutture di ricarica che costituiscono gli elementi essenziali del settore, permettendo la diffusione dei primi.

La costruzione di una rete capillare di infrastrutture che possa facilitare il percorso verso l’abbandono dei veicoli a combustibili fossili comporta per gli operatori del settore da un lato la gestione dei rapporti con soggetti pubblici e dall’altro la costruzione di una rete di relazioni con soggetti privati.

Concentrandoci su questo secondo aspetto, rammentiamo che il mercato è caratterizzato da operatori con ruoli diversi e una filiera articolata. Le principali figure della e-mobility sono i c.d. CPO (Charging Point Operator), che installano e gestiscono le infrastrutture di ricarica e gli eMSP (Electro-Mobility Service Provider), che si relazionano con gli utenti finali, consentendo l’accesso al servizio di ricarica.

Accanto a queste figure, ruota una pluralità di professionisti nella filiera e nei settori di mercato complementari. La complessa gestione dei rapporti nel settore è affidata ad accordi commerciali, sia B2B che B2C.

Ad esempio, i CPO potranno stipulare contratti con i proprietari o gestori dei siti privati, contratti per l’installazione e la gestione delle infrastrutture di ricarica, per la fornitura delle medesime infrastrutture, mentre gli eMSP dovranno predisporre contratti volti a regolamentare l’accesso al servizio, anche tramite app, agli utenti finali, soggetti solitamente alle regole del Codice del Consumo.

Accanto agli accordi che regolano il core business delle aziende del settore, vi sono gli accordi di partenariato, stipulati soprattutto con la finalità per gli operatori di essere maggiormente competitivi sul mercato, attraverso l’acquisizione di competenze mancanti; vi sono altresì gli accordi alla base delle operazioni straordinarie, che iniziano ad effettuarsi nel settore.

In generale, si tratta di una contrattualistica che necessita di particolare cautela, in considerazione:

(i)  dell’assenza di prassi consolidate; e
(ii) delle peculiarità di un mercato caratterizzato – inter alia – da un importante know-how tecnologico degli operatori, da una evoluzione costante verso modelli di business più articolati, dalla forte integrazione con il settore energetico (e con le relative peculiarità, anche regolatorie) e con altri settori del mercato, dominati spesso da logiche diverse (es. automotive) nonché dalla necessità di garantire servizi caratterizzati da efficacia e sostenibilità sempre maggiori.

Queste condizioni comportano la frequente necessità di ricorrere a schemi contrattuali atipici, che possano venire incontro in maniera adeguata alle esigenze degli operatori, ma che richiedono al contempo una buona comprensione delle peculiarità del mercato e dei suoi attori.

In questo contesto, l’attenzione dovrà essere posta sul necessario bilanciamento delle esigenze commerciali che richiedono rapidità e flessibilità, con la certezza delle relazioni giuridiche e la tutela delle posizioni dei vari soggetti coinvolti.

Pur trattandosi di un mercato ancora non completamente strutturato, l’importante crescita e l’attenzione sullo stesso saranno fattori che inevitabilmente renderanno sempre più importante la costruzione di relazioni commerciale certe, attraverso accordi che abbiano una forte solidità giuridica.

I giuristi potranno, quindi, avere un ruolo determinante nella costruzione di un processo di elettrificazione affidabile nel settore dei trasporti, contribuendo in tal modo agli obiettivi del Fit for 55%.

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