< Back to insights hub

Article

Aggiornamenti settimanali sul Diritto del Lavoro in Italia2 November 2023

WEEKLY ITALIAN LABOUR UPDATES

"Con accordo aziendale è possibile individuare le esigenze organizzative del contratto a termine."

Prescrizione delle prestazioni Inail sospesa fino al termine del procedimento di liquidazione
Il termine di prescrizione triennale per conseguire le prestazioni Inail, la cui decorrenza inizia dal giorno dell’infortunio o della malattia professionale, resta sospeso fino alla conclusione del procedimento di liquidazione. L’Inail rivede, dunque, il proprio precedente orientamento e si conforma alla decisione delle sezioni unite della Cassazione (n. 11928/2019), le quali avevano già affermato che, in attesa della conclusione del procedimento amministrativo, la decorrenza della prescrizione restava sospesa. L’Inail ricorda, inoltre, che il termine per concludere il procedimento di liquidazione, fissato in 150 giorni, non è perentorio e, pertanto, la prescrizione resta sospesa anche decorso tale intervallo temporale e fino alla conclusione del procedimento medesimo. Si precisa, infine, che il termine di prescrizione riprende a decorrere dal giorno in cui il lavoratore assicurato riceve la comunicazione del provvedimento di rigetto o accoglimento della prestazione.
INAIL, Circolare 24/10/2023 n. 44

Licenziamento del lavoratore part time che rifiuta il tempo pieno
Il licenziamento per giustificato motivo oggettivo può essere applicato anche nei confronti di un lavoratore che abbia rifiutato di trasformare il regime orario a tempo parziale in full time, se sussistono effettive esigenze organizzative ed economiche che non consentano la continuazione della prestazione a orario ridotto. La previsione dell’art. 8, D.Lgs. 81/2015, per cui il rifiuto di modificare il regime orario (da full time a part time, o viceversa) non costituisce giustificato motivo di licenziamento, non impedisce al datore di poter disporre un recesso collegato a ragioni organizzative ed economiche. Al datore è, tuttavia, richiesto un onere supplementare perché, alla prova della effettività delle esigenze aziendali alla base del licenziamento ed alla indisponibilità di mansioni alternative cui adibire il lavoratore, si aggiunge l’onere di dimostrare la “impossibilità di continuare ad utilizzare la prestazione a tempo parziale”. In presenza di questi requisiti, il licenziamento per motivo oggettivo può essere validamente intimato anche se esso interviene a seguito del rifiuto del dipendente part time di passare a tempo pieno.
Cass. (ord.) 23/10/2023 n. 29337

Alleggeriti gli oneri di comunicazione datoriale per figli con assegno unico
L’Agenzia delle Entrate ha stabilito che non è più obbligatorio indicare il codice fiscale dei figli per i quali è stato riconosciuto l’assegno unico nelle certificazioni uniche. L’Agenzia delle Entrate solleva il sostituto d’imposta (ovvero il datore di lavoro) dall’onere di raccogliere un dato (ovvero il codice fiscale dei figli dei propri dipendenti) che non è nella propria disponibilità e può risultare di difficile reperibilità. L’amministrazione provvederà a reperire il codice fiscale dei figli per i quali è stato riconosciuto l’assegno unico universale attraverso i propri canali interni.
Agenzia delle Entrate, Risposta ad interpello 27/10/2023 n. 386245

Licenziamento illegittimo e risarcimento per danno all’immagine e morale
Il regime di tutela reale previsto dall’art. 18 dello Statuto dei lavoratori (come modificato dalla L. n. 92/2012, c.d. “riforma Fornero”) predetermina il danno risarcibile in favore del lavoratore in caso di licenziamento illegittimo. L’indennità predeterminata dalla legge è volta a risarcire il danno intrinsecamente connesso all’impossibilità materiale di lavorare a causa del licenziamento illegittimo. Ciò non esclude che il lavoratore possa avere diritto al risarcimento per i danni ulteriori (danno professionale, all’immagine, esistenziale e morale da licenziamento ingiurioso) sofferti a causa del licenziamento, sia nel periodo precedente che nel periodo successivo alla reintegrazione. Tuttavia, tale diritto è subordinato all’assolvimento dell’onere della prova posto in capo al lavoratore e avente ad oggetto elementi diversi dall’illegittimità del licenziamento. Nello specifico, il lavoratore dovrà provare: l’esistenza dei danni ulteriori lamentati, che tali danni siano stati causati dal licenziamento illegittimo e, infine, gli elementi oggettivi posti alla base della quantificazione economica dei danni medesimi.
Cass. (ord.), 23/10/2023 n. 29335

Appalto irregolare e inefficacia del licenziamento
Nel caso in cui l’appalto non sia genuino si configura una somministrazione di manodopera irregolare, per effetto della quale i rapporti di lavoro, solo formalmente attribuibili all’appaltatore (somministratore), devono essere ricondotti all’appaltante (utilizzatore), in qualità di datore di lavoro effettivo. All’intimazione del licenziamento non si applica, tuttavia, la regola (art. 38, D.lgs. 81/2015) per cui, in presenza di una somministrazione irregolare, tutti gli atti di gestione del rapporto di lavoro compiuti dal somministratore sono pienamente efficaci nei confronti dell’utilizzatore. A tale regola osta la previsione (art. 80 bis, D.L. n. 34/2020) che esclude espressamente la possibilità che il licenziamento intimato dal somministratore irregolare spieghi i propri effetti e sia considerato come un atto di recesso intimato dall’utilizzatore. Alla luce di tale principio, nell’ambito di un appalto non genuino, il licenziamento intimato dall’appaltatore al dipendente utilizzato nell’appalto non ha alcuna efficacia sul rapporto di lavoro, che continua tra il dipendente medesimo e l’appaltante.
Cass. (ord.), 23/10/2023 n. 29316

Chiarimenti Inail sull’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni dei lavoratori sportivi
L’Inail ha definito le regole per l’assicurazione obbligatoria a carico di società e associazioni sportive contro gli infortuni dei lavoratori sportivi. La tutela Inail ricomprende le seguenti categorie: lavoratori subordinati sportivi (dilettanti e professionisti), atleti assunti con contratto di apprendistato, collaboratori amministrativi, prestatori di lavoro occasionale. Committenti e datori di lavoro i quali non abbiano trasmesso la denuncia di iscrizione entro la data di inizio dell’attività lavorativa del dipendente o collaboratore possono ancora sanare la posizione e saranno considerati in termine, se provvederanno alla trasmissione entro il 30 novembre 2023. L’Inail chiarisce, quindi, i criteri per la determinazione dei premi assicurativi e individua la voce di tariffa per le varie categorie per le quali è previsto l’obbligo assicurativo.
INAIL, Circolare 27/10/2023 n. 46

Licenziamento del comandante che non segue la procedura aziendale di atterraggio
È legittimo il licenziamento del comandante che esegue la manovra di atterraggio in modo difforme dalle procedure di sicurezza aziendali, rendendo necessaria l’attivazione di una procedura emergenziale (cd. “go around”). In contrario avviso, è irrilevante che il comandante non avesse subito precedenti sanzioni disciplinari relative a violazioni delle procedure sulla sicurezza di volo. La condotta del comandante che, per effetto del mancato rispetto della procedura di atterraggio, mette a repentaglio l’incolumità dei passeggeri e dell’equipaggio configura una irreparabile lesione del vincolo fiduciario alla base del rapporto ed integra gli estremi della giusta causa di licenziamento.
Cass. 12/10/2023 n. 28494

Forma scritta del contratto a termine e dell’atto di licenziamento
L’apposizione del termine al contratto di lavoro deve risultare da atto scritto (art. 19, D.Lgs. 81/2015). Questa essenziale condizione non risulta soddisfatta dalla mera comunicazione al Centro per l’impiego in cui risulta indicato che il rapporto era costituito a tempo determinato. L’intimazione del licenziamento deve anch’essa risultare da atto scritto (art. Legge 604/1966) e la mera comunicazione al Centro per l’impiego della data di cessazione del rapporto non è idonea a sanare questa condizione. In applicazione di questi principi, è stata disposta la ricostituzione del rapporto di lavoro (a tempo indeterminato) del dipendente allontanato verbalmente dal posto di lavoro, con condanna del datore al versamento di tutte le retribuzioni mensili dalla data del licenziamento (inefficace) a quella della effettiva riammissione sul posto di lavoro.
Trib. Milano, 09/10/2023 n. 3240

Permesso per assistere persona con handicap e attività sportiva all’aperto
La fruizione dei tre giorni di permesso mensili per assistere una persona o parente in condizione di handicap grave (art. 33, comma 3, Legge 104/1992) non presuppone che l’assistenza abbia una durata corrispondente all’intero orario di lavoro lavorativo svolto presso il datore di lavoro. Né la fruizione del permesso impone che l’assistenza alla persona in stato di handicap sia esplicata “rimanendo al capezzale del malato”, essendo consentito al lavoratore di svolgere anche attività esterna funzionale ai bisogni del soggetto assistito. Inoltre, non viene meno agli obblighi di assistenza il lavoratore che durante le giornate di permesso si assenta per un limitato lasso di tempo allo scopo di svolgere attività sportiva funzionale al proprio benessere psico fisico. Pertanto, è illegittimo il licenziamento irrogato ad un lavoratore che nei giorni di permesso si assentava dal domicilio del malato per fare attività sportiva per un tempo variabile tra mezz’ora e due ore, in quanto tale condotta non è disciplinarmente censurabile.
Corte d’Appello Perugia, 03/07/2023 n. 100